L’incontro in Vaticano

L’incontro in Vaticano

Mattina uggiosa a Roma. È il 14 di maggio e sembra essere un giorno normale. Eppure …. Ci svegliamo presto ed insieme alla delegazione italiana guidata da Benito Ripoli, partiamo per la metropolitana che seguiva a portarci alla Piazza San Pietro. Poca gente sulla strada e qualche goccia di pioggia fanno la loro volontà. Arriviamo alla metropolitana e ci rivolgiamo verso la nostra destinazione. Sono le ore 6,30 (del mattino) e la metropolitana è molto libero. Contiamo solo circa 10-15 persone. Arriviamo alla stazione Ottaviano e partiamo a piedi verso il nostro obiettivo – Vaticano. Anche se è molto presto di mattina vediamo gruppi, gruppi che hanno la stessa strada con noi. Alla porta di San Angelo troviamo anche una coda di tutto rispetto con gruppi di turisti provenienti da Sud America e Asia. Attendiamo qualche minuto fino a quando Benito Ripoli stabilisce il contatto con gli organizzatori. Entriamo poi per la porta delle delegazioni speciali e davanti a noi si apre la scintillante Piazza di San Pietro. Tutto è pronto per la celebrazione. Le sedie e le limitazioni al traffico sono molto bene indicati ed i servizi speciali di sicurezza fanno il loro dovere in pieno. Siamo raccolti da uno degli organizzatori che ci guida accosto al filtro dove ammiriamo i rappresentanti della Guardia Svizzera. „Acriter et fideliter” – „coraggioso e leale” è il motto di questi giovani di età compresa tra i 19 ei 30 anni, cittadinanza svizzera, religione cattolica, servizio militare soddisfatto nell’esercito svizzero e completato con „certificato di buona condotta” e l’altezza obbligatoria superiore ai 174 centimetri.

Si sente dappertutto ordine e disciplina. Si stacca, tra gli organizzatori dell’evento, una vera e propria squadra indossando smoking e farfallino. Con grazia ci sono verificati i documenti, poi insieme a Benito Ripoli siamo invitati nel palchetto accanto alla tribuna dove seguiva a venire Papa Francesco. I miei colleghi Doris, Ady e Pahone sono indirizzati verso i posti riservati per i giornalisti. Mi dispiace questa separazione in quanto non avevo più nelle vicinanze le macchine fotografiche e le telecamere. Siamo assicurati che una ditta speciale catturerà tutti i momenti della manifestazione. Ma non ho fatto affidamento su di esso e ho approfittato del telefono cellulare che seguiva ad esserci di grande utilità. Nel frattempo ci siamo incontrati anche con i nostri colleghi di Francia, Israele, Argentina che hanno occupato a loro volta posti nelle posizioni reservate ai gruppi. La piazza si riempie di gente. Scorrevano veri torrenti di folla di gente proveniente da diversi angoli del mondo. Dal palchetto dove eravamo assegnati avevo la fantastica immagine della Piazza di San Pietro. Tra la folla è comparsa, ad un certo punto, la colonna folkloristica composta da circa diecimila ballerini, orchestre, solisti in costumi popolari che si sono uniti ai rappresentanti dei paesi arrivati a questo evento.

Al palco ufficiale hanno cominciato a comparire i Cardinali del Vaticano e la Guardia speciale si preparava per l’arrivo di Sua Santità. La pioggia faceva la sua volontà incessantemente. È iniziata la pioggia minuta ma nessuno si mosse dalla posizione di attesa. Accanto a noi, nel palchetto speciale, sono apparse le autorità locali e nazionali. Tutta la gente sopportava eroicamente la pioggia che non stava rallentando. A un certo punto sono scoppiati gli applausi e le grida di gioia. In piedi, nel papamobile, la Sua Santità è comparso salutando con grande piacere la folla. Ha percorso così qualche giri attraverso la Piazza di San Pietro nelle acclamazioni e la soddiscazione di tutti. Poi si è rivolto, scendendo dal papamobile, verso il palco appositamente preparato per l’evento. Calorosamente ha salutato, (elencandoli) le delegazioni presenti. Ha seguito la messa sostenuta da parte dei Cardinali papali in varie lingue. La pioggia non voleva smettere. Pioveva con gocce grosse e tutti coloro che erano presenti la ricevevano come una benedizione celeste, come un lavaggio del male e una vera purificazione. Papa Francesco ha benedetto tutti coloro che erano presenti e li congratulò per l’eroismo di resistere nella pioggia. Eravamo bagnati fino alle ossa come mai mi aveva capitato e tuttavia era meraviglioso. Ci sentivamo come in un altro mondo, pieno di forza ed energia. La gioia è stata magnifica nel momento in cui Papa Francesco si è diretto verso la nostra delegazione.  Con grande rispetto gli ho spiegato che rappresentiamo l’Unione Mondiale del Folklore I.G.F. e gli ho consegnato la medaglia d’oro I.G.F.. Curioso mi ha chiesto cosa rappresenta e gli ho spiegato che si tratta di un segno del nostro apprezzamento per la Sua Santità. Poi gli ho detto che io sono romeno da Bistrița – Transilvania e gli chiesi di ricevere la piastrella del Palazzo della Cultura Bistrița. La guardò con grande attenzione, la accarezzò benedicendo l’istituzione, la città ed i suoi abitanti. Sono stati momenti davvero sublimi che mi hanno portato il pensiero agli inizi della nostra città. In quel tempo (negli anni 1200 – 1300), un documento Papale ricordava di Bistrița. Ora, nel 2016 la Sua Santità benedisce il nostro Palazzo e la nostra città. I miei colleghi italiani, hanno offerto anche loro un plastico magnifico della terra di Padre Pio – San Giovanni Rotondo. La Sua Santità ci ha ringraziato e ha benedetto, attraverso me e Benito Ripoli l’intero movimento culturale – folkloristico del mondo e, soprattutto, la città di Bistrița e San Giovanni Rotondo. Sono stati momenti che non puoi mai dimenticare. Anche se sono cristiano ortodosso mi ho sentito meraviglioso e penso che dobbiamo guardare con rispetto ed apprezzamento a tutti i credenti con la suprema convinzione che Dio è uno solo.

Dorel Cosma

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